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    Mantenere il posizionamento cambiando dominio: istruzioni per l’uso

    Mantenere il posizionamento cambiando dominio: istruzioni per l’uso

    Tempo di lettura: 3 minuti

    Sono diversi i motivi per cui si può decidere di cambiare dominio per il proprio sito, ma non bisogna mai sottovalutare le conseguenze a cui si andrà incontro e l’inevitabile perdita in termini di posizionamento che si subirà (almeno all’inizio) sui motori di ricerca.
    Alcuni criteri di posizionamento sono ancora oggi fonte di discussioni in ambito SEO, tra chi li ritiene fattori di primaria importanza e chi ne relativizza la portata, in particolare per quanto riguarda l’anzianità del dominio. In questo caso Google, grazie alle parole di Matt Cutts, ha dato una risposta che rappresenta una via di mezzo, per cui un dominio più vecchio viene sicuramente considerato in modo positivo dal motore di ricerca, ma non viene trattato come un elemento fondamentale.

    Questo è comprensibile se si pensa a quanto i robot siano diventati sempre più abili nello scovare (e punire) le tecniche più subdole usate per migliorare il posizionamento: è chiaro in questo senso come avere un dominio molto vecchio, ma con un sito che non produce contenuti frequenti e di qualità, non possa essere ritenuto un buon segnale da Google. Quindi è corretto tenere in considerazione questo fattore ma attribuendogli il giusto peso.

    Nonostante tutti questi elementi, non si può negare che il cambio di indirizzo rappresenti un processo delicato, che va effettuato in modo attento se non si vuole incorrere in drastici crolli nel posizionamento.

    Cosa si può fare per conservare una buona posizione pur cambiando il dominio?

    – Duplicare i contenuti: è necessario copiare i contenuti portandoli dalle pagine vecchie a quelle nuove, evitando quindi di perdere tutto il materiale accumulato nel tempo.

    – Reindirizzare le vecchie pagine verso quelle nuove: il Redirect 301 serve proprio ad evitare di perdere il traffico generato dai vecchi URL, reindirizzandoli a quelli nuovi.
    Attenzione: se si effettuano queste due operazioni in tempi diversi può essere necessario modificare il file robot.txt bloccando momentaneamente l’indicizzazione delle nuove pagine, per evitare che Google le consideri copiate e quindi le penalizzi.

    Modificare il file robot.txt: se si è eseguito il blocco dell’indicizzazione delle nuove pagine, bisogna eliminarlo subito dopo il Redirect, o i motori di ricerca non potranno scansionare le nuove pagine.

    – Usare Google Webmaster Tools: tramite lo strumento di trasferimento del dominio è possibile effettuare tutte le operazioni necessarie e anche quelle di controllo per verificare che la procedura sia stata eseguita correttamente (tra queste una delle più importanti è il controllo dei Redirect 301 e del loro funzionamento).

    – Chiedere l’aggiornamento dei link entranti: è fondamentale mantenere i link da altri siti, soprattutto da quelli che generano molto traffico e che hanno un PageRank più alto. In questo caso è necessario ottenere la lista dei link entranti (sempre utilizzando Google Webmaster Tools), scegliere l’ordine di importanza con cui contattare i webmaster dei vari siti e procedere alle richieste di modifiche.

    – Lavorare sulla Domain Authority al completo: non si parla quindi solo di età o di popolarità del sito grazie ai link, ma anche e soprattutto dei contenuti. Un sito che abbia molte pagine di contenuti validi, ben connessi tra di loro grazie ai link interni e con una qualità alta che possa portare gli utenti a condividere o a linkare quelle pagine, non potrà che vedere migliorata la propria DA.

    Il consiglio è quindi quello di agire con cautela quando si vuole cambiare dominio: nei primi tempi sarà difficile tornare alle posizioni conquistate precedentemente, ma non è un’operazione impossibile se si usano i suggerimenti tecnici giusti e soprattutto se si producono contenuti di qualità.