07 Mag Quando fare un rebranding aziendale e perché?
Tempo di lettura: 3 minutiIl logo è l’elemento aziendale più importante, il nostro biglietto di presentazione e, come tale, dovrebbe essere interamente cucito su misura intorno a noi.
Quando parliamo di branding, è opportuno analizzare e comprendere il settore di mercato di cui si sta parlando e in cui si sta lavorando: esistono, infatti, settori basati su tradizione e stabilità, altri sul valore del territorio (possiamo citare il famoso Made in Italy, garanzia di qualità in tutto il mondo), altri ancora sulla tecnologia e sull’innovazione.
Può capitare, però, di aver affidato la nostra immagine aziendale ad un’agenzia che non ha pienamente compreso le nostre esigenze o, ancora, può essere cambiato il target di mercato o, semplicemente, di non sentirsi più rappresentati dal proprio marchio. È in questi casi che può essere utile pensare ad un rebranding aziendale: uno studio mirato al miglioramento ed al perfezionamento della corporate identity (immagine aziendale).
Il logo, e dunque la strategia di branding, non possono rimanere invariati nell’arco del tempo perché cambiano i mercati, cambiano i consumatori, i concorrenti e cambiamo noi stessi.
Il rebranding, quindi, è un processo strategico che, in quanto tale, può procedere a varie velocità: può essere evolutivo (quindi graduale e moderato) o rivoluzionario (rapido e radicale).
Ma perché fare rebranding? Ecco i principali motivi:
- Cambiamenti aziendali: l’azienda ha introdotto nuovi prodotti o si è indirizzata a nuovi mercati;
- Cambiamento del target di riferimento: l’evoluzione dei prodotti e dei servizi offerti segue l’evoluzione della domanda; per questo può capitare di dover cambiare totalmente strategia di comunicazone;
- Fusioni aziendali: può capitare di acquisire, o essere acquisiti da altre aziende, ritrovandosi a dover aggiungere elementi nel logo;
- Marchio obsoleto: questo riguarda principalmente l’impatto grafico; ci sono loghi che, nel tempo, sono diventati vere e proprie icone ma, nella norma, è sempre bene evolversi inseguendo grafiche più contemporanee;
Quali sono i punti da tenere in considerazione per fare un rebranding efficace?
- La prima necessità è quella di capire il reale motivo per cui si intende intraprendere una strategia di rebranding aziendale per delineare, fin da subito, la giusta linea comunicativa da seguire.
- Una volta definiti gli obbiettivi, è opportuno analizzare i valori aziendali: le scelte devono essere coerenti con i valori e gli obbiettivi dell’azienda.
- È importante effettuare una fase di studio sull’attuale percezione del brand da parte del pubblico.
- Il rebranding dovrà essere totale: nulla dovrà essere lasciato al caso, dal packaging alla comunicazione social, dalla brochure agli annunci pubblicitari passando dalla corporate identity tutto dovrà essere coordinato e soddisfare la medesima esigenza.
- Tutti al centro: un’attività di rebranding efficace deve coinvolgere tutti i piani aziendali: non solo il CEO o l’ufficio marketing, tutti dovranno dare un feedback sui nuovi loghi, sui nuovi nomi e sulle nuove grafiche. Un’indagine di mercato facile ed economica.
Una buona metodologia potrebbe essere quella di iniziare con delle correzioni minime: ad esempio il font utilizzato per le comunicazioni cartacee o sul sito, le immagini della home page o l’impaginazione della newsletter. Questo permetterà sia di monitorare eventuali reazioni da parte della clientela che di abituarli ad un cambiamento lento e graduale fino al completo rinnovo dell’immagine aziendale.
Non tutti i percorsi di rebranding sono uguali, anzi: cambiano le motivazioni, gli elementi da modificare, le tempistiche, le aspettative… per questo è indispensabile muoversi a piccoli passi e affidarsi a dei professionisti del settore in modo da avere la certezza di non commettere errori.