03 Ago 5 consigli per creare un logo vincente
Tempo di lettura: 3 minutiNell’elaborazione dell’immagine aziendale e in generale della brand identity, un passo fondamentale è quello di scegliere il logo che rappresenterà il proprio nome in ambito pubblicitario, promozionale e professionale. Abbiamo già visto come il colore sia una componente fondamentale, ma lo è altrettanto il logo in senso più ampio, che può puntare allo stesso modo ad un livello di riconoscibilità molto alto.
L’obiettivo? Fare in modo che il pubblico riconosca il marchio nel minor tempo possibile e che successivamente diventi un collegamento immediato: in questo una grande rilevanza è assunta dal colore, ma anche dal font e in linea generale da tutto ciò che riguarda il logo.
Vediamo quindi 5 suggerimenti per ideare un logo efficace e vincente:
– Semplicità: seguendo il noto modo di dire inglese “less is better”, bisogna puntare ad un logo che sia riconoscibile in modo quasi istantaneo, e per raggiungere questo obiettivo sono da evitare dettagli eccessivi, troppi colori, insomma, tutto ciò che rende un’immagine difficile da memorizzare. Il legame si può creare sia con il nome vero e proprio (pensiamo alla Coca Cola e al suo leggendario mix di font e colore) che con un simbolo (la mela per la Apple, i quattro quadrati colorati per la Microsoft). L’importante è puntare all’essenziale e al legame diretto tra immagine e azienda.
– Significato: che sia per il colore selezionato, per la sensazione che si vuole trasmettere con un font o per la simbologia adottata, è importante avere in mente un messaggio che si vuole comunicare. In alcuni casi abbiamo a che fare con dei veri e propri messaggi subliminali: ad esempio, il celebre logo di Amazon presenta una freccia che collega la prima lettera alla zeta – a significare che è possibile trovare proprio tutto sul celebre sito, dalla A, appunto, alla Z.
– Adatto: un logo efficace deve essere in piena aderenza sia al prodotto e al messaggio che si vuole trasmettere, sia al target di riferimento qualora questo sia particolarmente specifico. È il caso ad esempio dei marchi legati all’infanzia, che devono evitare font troppo spigolosi e colori cupi.
– Non fraintendibile: purtroppo la storia dei loghi è ricca di marchi che sono stati interpretati in modo molto diverso dalle intenzioni iniziali. A volte basta un font particolare, che fa leggere male determinate lettere e crea così delle parole diverse, volgari o in aperto contrasto con il marchio. Altre volte è l’immagine stessa a far scaturire pensieri non adatti: è il caso del simbolo con cui Hillary Clinton ha deciso di lanciare la sua campagna presidenziale, una H con una freccia al centro che da più parti è stata tacciata di ricordare l’attentato alle Torri Gemelle. Ovviamente non era questo l’intento di chi ha elaborato il logo, ma è sempre necessario stare attenti a qualunque tipo di eventuale fraintendimento.
– Riproducibilità: un logo dovrebbe essere adattabile a qualunque situazione grafica (trasparenze, bianchi e neri, dimensioni ridotte), senza che questo ne infici la qualità o la comprensibilità. È quindi importante ricordarsi di questo fattore, se non si vuole incorrere in problemi successivi di difficile risoluzione.