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    Le penalità di Google: ecco altri 10 comportamenti da evitare

    Tempo di lettura: 3 minuti

    Sono molti i motivi per cui un sito può incorrere nelle penalizzazioni di Google. Abbiamo visto nel precedente articolo come questo possa riguardare i contenuti e i link se non sono adeguati alle esigenze dell’utente o se sono strutturati per cercare di ingannare i motori di ricerca.

    Ma ci sono altri comportamenti che devono essere evitati se non si vuole essere penalizzati, perdendo così posizioni nel ranking.

    Vedremo qui dieci cose da evitare nella costruzione e gestione di un sito: in alcuni casi sono elementi che danneggiano l’esperienza degli utenti, in altri sono segnali che Google recepisce come dannosi o creati per falsificare i risultati del posizionamento.

     

    5 pratiche da evitare per non allontanare gli utenti dal sito sono:

     

    • URL cancellate: quando si cancellano delle pagine e le persone non le trovano cliccando sui risultati delle SERP, Google penalizza il sito in quanto non in grado di offrire un servizio appropriato agli utenti. In questi casi è necessario utilizzare il redirect 301.
    • Sito lento: il caricamento delle pagine non deve portare l’utente a rinunciare e a cambiare sito.
    • Sito non responsive: gli accessi a internet avvengono sempre di più tramite cellulari e tablet; per questo motivo sta assumendo sempre più importanza la versione mobile, che deve garantire all’utente una buona esperienza di navigazione.
    • Assenza di breadcrumbs: l’esplorazione del sito da parte dell’utente deve essere sempre facilitata e il mancato utilizzo di breadcrumbs è visto da Google come un ostacolo, che viene dunque penalizzato.
    • Commenti spam: in questo caso non solo viene danneggiata l’esperienza dell’utente, ma vengono avvantaggiati i siti a cui i commenti spam rimandano, e questo non è ovviamente apprezzato da Google.

     

    Vediamo ora 5 motivi più tecnici per cui si potrebbe incorrere in penalità:

     

    • Duplicare i Tag Title: se si cerca di ottenere un posizionamento alto nelle SERP chiamando le pagine tutte allo stesso modo, si avranno invece in cambio delle penalizzazioni.
    • Tag Nascosti: questo viene visto come un comportamento altamente scorretto, perché consiste nell’inserire tag o link nascosti all’utente ma visibili ai motori di ricerca e sono quindi esplicitamente volti ad ingannare questi ultimi.
    • Troppi Redirect 301: anche se spesso non si può fare altrimenti, soprattutto quando è necessario eliminare delle pagine dal sito, non bisognerebbe comunque esagerare con questa pratica.
    • Assenza di sitemap: per facilitare l’attività degli spider è necessario inviare una mappa del sito a Google; l’assenza di questa è percepita come un ostacolo e dunque viene punita.
    • Visite e click comprati: è forse l’atteggiamento più scorretto di tutti, ossia quello di falsificare il numero delle visite alla propria pagina per modificare il posizionamento. Aumentare il traffico in questo modo può portare la pagina ad essere esclusa dalle SERP.