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    La diffusione dei bot nel marketing on line

    Tempo di lettura: 3 minuti

    I Bot sono ormai una presenza costante nelle attività online: si stima che, nel 2018, il 37,8% del traffico Web globale sia stato generato proprio dalla loro azione.

    Siamo di fronte a una percentuale che, certamente, può colpire a prima vista ma, in realtà, il trend è in calo rispetto agli anni precedenti.

    Ma cosa si intende per Bot? E cosa fanno esattamente?

    In ambito informatico i Bot (abbreviazione di robot) sono dei software che accedono alla rete sfruttando gli stessi canali usati dagli utenti veri e propri, svolgendo tutta una serie di compiti in modalità completamente autonoma. Il funzionamento si basa su algoritmi di intelligenza artificiale, capaci di analizzare e di comprendere il linguaggio delle persone reali che dialogano con loro.

    I Bot vengono usati principalmente all’interno di servizi di messaggistica istantanea per automatizzare determinati tipi di comunicazione, ad esempio nel customer care. Anche Google e, in generale, i motori di ricerca utilizzano Bot specifici, definiti “Spider”, per indicizzare i contenuti dei siti.

    Molto diffusi sono inoltre i Fake Bot, ovvero software in grado di gonfiare qualsiasi tipologia di metrica, inquinando i dati reali con numeri aumentati a dismisura; sono usati non solo nei siti ma anche sui social network per aumentare il numero dei follower o dei like, accrescendo, così, il volume di pagine e profili.

    Il lato più oscuro della medaglia è rappresentato, invece, dai Bot malevoli: programmi che vanno alla ricerca di vulnerabilità per compromettere siti e dispositivi, in modo da permettere ai cybercriminali di condurre attività illecite. Si spazia dal phishing allo spam, fino ad azioni più gravi come la sottrazione di dati sensibili e l’estorsione di denaro.

    Quanto sono diffusi i bot?

    Secondo l’ultimo Bad Bot Report, redatto da Distil Networks, il traffico generato dai Bot nel 2018 ha conosciuto un decremento rispettivamente del 14,4% per quelli non dannosi e del 7,5% per quelli malevoli. Nello stesso periodo, il traffico umano è aumentato del 7,5%.

    Dal rapporto emerge, inoltre, che uno degli obiettivi principali di quelli malevoli (39,3% di tutto il traffico dei siti di settore) è l’industria del Ticketing; il secondo posto nel “podio” dei cyber attacchi è occupato, invece, dai siti governativi (circa il 30% del traffico proviene da Bot).

    Bot e Fake News

    I Bot svolgono anche un ruolo determinante nella diffusione di Fake News sui social: uno studio condotto nel mese di novembre 2018, da parte di sei docenti della Indiana University, ha riscontrato un dato decisamente allarmante: il 6% degli account Twitter identificati come Bot è riuscito, da solo, a divulgare il 31% delle Fake News in Rete (pensate a quanto potrebbero essere influenzabili, ad esempio, delle elezioni nazionali…).

    Secondo gli esperti, la loro efficacia nella diffusione di notizie false deriverebbe principalmente dalla tendenza insita negli esseri umani a prestare maggiore attenzione alle cose che popolari tra molte persone. Questa tecnologia amplifica la visibilità di un messaggio rendendolo conosciuto al punto da indurre gli utenti stessi a diffonderlo.

    Lo studio in questione ha riguardato Twitter, ma i ricercatori suggeriscono che anche altri social network e canali di messaggistica istantanea risultano sensibili al meccanismo. Tra questi ci sono  Facebook, InstagramWhatsApp e Snapchat.